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giovedì 29 ottobre 2009

I segreti del successo delle “community kitchen”


Si chiama community kitchen ed è la nuova moda urbana del momento a Melbourne in Australia, come a Voncouver, in Canada. Una volta alla settimana (o al mese, dipende) gruppi di otto-dieci persone si ritrovano in una cucina comune di quartiere appositamente approntata per preparare piatti sani, utilizzando prodotti freschi e di stagione, da consumare insieme o separatamente, ognuno con la propria famiglia o i propri amici, o eventualmente da surgelare. Il trovarsi per cucinare insieme è un modo per fare amicizia, per imparare nuove ricette, per scoprire modi diversi di preparare i cibi. E’ anche, e soprattutto, un’occasione per risparmiare sul conto della spesa visto che acquistando prodotti in blocco in grande quantità si possono richiedere sconti particolari. Il socializzare ai fornelli è quindi un frutto da non scartare, chissà a quando in Italia. (LINK)

venerdì 19 settembre 2008

Ricordate i sopravvissuti italiani dell'Himalaya ?


Ebbene si alza la polemica degli alpinisti italiani che avevano scalato la parete Rakhiot dell’Himalaya salvati a fine luglio 2008 dai coraggiosi elicotteristi pakistani a detta dei media in situazioni estreme e con dei rischi altissimi.


Ora i soccorsi hanno presentato una fattura di 48.594 USD (circa 33.500 EUR) all’ambasciata italiana di Islamabad che però non intende saldare poiché ritiene debba essere l’assicurazione della spedizione.


Di contro l’assicurazione respinge il tutto evidenziando che la parete era una prima assoluta e quindi non contemplata nel contratto stipulato dagli alpinisti, insomma un classico……
I sopravvissuti rimangono così con il classico cerino in mano e la Farnesina nel frattempo ha alzato cortine fumogene per non rischiare di usare soldi dei contribuenti ed alimentare polemiche nel Governo in carica.


Ma come regolamentare queste situazioni? Bisogna ammettere che nell’ultimo periodo l'Himalaya è preso d'assalto dal turismo di massa e le spedizioni commerciali sono sempre più numerose (spesso con alpinisti inesperti, basti ricordare la tragedia del K2 con i suoi 13 morti). Che sia il caso di aprire un business di elisoccorso specializzato in Pakistan sulle spalle di questi temerari? Sicuramente per il caso in questione scaricare su dei sopravvissuti il costo di una tragedia non fa onore ad una nazione.