martedì 30 giugno 2009

Consolle Wii e Sky nelle celle dei detenuti a spese nostre!


Per consentire un’ottima forma fisica degli internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino saranno acquistate a brevissimo delle Consolle WII per far loro seguire lezioni di WII FIT!! E per i detenuti della Casa di Lavoro di Saliceta San Giuliano dal prossimo autunno abbonamenti Sky nelle celle!!! Quindi anziché prevedere l’impiego obbligatorio dei detenuti in lavori socialmente utili per ripagare la società dai reati da loro commessi e favorirne concretamente la rieducazione attraverso l’istruzione a professioni genuine, vedi le esperienze di altre carceri dove si insegna ai detenuti l’arte del pasticcere e dell’alta cucina, così da garantire loro un sicuro re-inserimento nella società, si premia l’impegno profuso di questi individui con strumenti che hanno altri principi. Lascio a voi commenti e analisi, io sono esterefatto perchè mi immagino le facce delle guardie penitenziarie...

A lezione dai comuni - Per risolvere la crisi economica basta insegnare a puntare bene il telelaser e multare le bici contromano!!


Ormai è la stessa storia in tutta Italia, senza la voce multe i comuni sarebbero in deficit, se poi qualcuno ha la fortuna di leggere i budget dei comuni noterà che senza particolari master in gestione delle imprese, regolarmente le previsioni programmate delle entrate attese per le violazioni del codice della strada sono sempre al rialzo come ogni qualsiasi voce attiva di qualsiasi azienda!! Ma veniamo agli episodi che hanno come palcoscenico la cittadina di Rovigo dove la polizia municipale ha adottato misure estreme da cortina di ferro, in ordine di accadimento: ieri un poveretto si è trovato beccato a ben 37 km/h con l’auto in una strada dove il limite è fissato a 30 km/h e piena di quei maledetti dossi artificiali che quando oltrepassati appena tocchi l’acceleratore ti danno un’inerzia che credo neanche un pilota professionista possa dominare in termini di velocità esatta; è vero che bisogna andare piano, guidare con prudenza per rispettare gli altri, ma per carità…andare a 37 km/h. Poi il secondo episodio è l’applicazione ferrea della multa alle bici contromano nel centro cittadino, per questa chicca vi tralascio commenti ed episodi grotteschi con inseguimenti di pensionati terrorizzati da parte di Vigili armati di paletta e fischietto. La denuncia che faccio è questa: ormai assistiamo ad un crescendo di dinamismo da parte dei Vigili Urbani italiani che, anziché svolgere un’attività mirata alla prevenzione della sicurezza stradale sta virando interpretandola come un’attività tesa all’incasso estremo a scapito dello sfigato di turno, della serie mai che becchino il furbetto che meriterebbe di essere sanzionato perché regolarmente guida sempre al limite, d’altronde vige la regola di fare torto sempre al cittadino disgraziato.

lunedì 29 giugno 2009

«Scappo. Qui la ricerca è malata»


Non è mia abitudine per il “codice” che mi sono dato quando ho aperto questo piccolo blog, riprendere sistematicamente articoli formato “ctrl+c & ctrl+v” ma questa lettera presa dal sito del corriere mi ha colpito profondamente perché oltre a cogliere cio’ che in questo momento vivo dal punto di vista professionale, è la prova che purtroppo se una persona così in gamba ha deciso di salutare l’Italia è anche colpa mia! E’ colpa mia perché anche io come tanti altri subisco quotidianamente situazioni in cui la meritocrazia non viene applicata in maniera palese e la mia risposta è di impegnarmi il doppio ogni volta che succede….Risultato il nulla ed il timore di rischiare ritorsioni per una mia critica mi ha sistematicamente fatto adottare la tecnica d’ingoiare il rospo (credo di averne ormai un allevamento…ma siamo in tanti purtroppo). Di seguito la lettera di una mamma ricercatrice che emigra negli USA per continuare la sua attività.
Caro presidente Napolitano, chi le scrive è una non più giovane ricercatrice precaria che ha deciso di andarsene dal suo Paese portando con sé tre figli nella speranza che un’altra nazione possa garantire loro una vita migliore di quanto lo Stato italiano abbia garantito al­la loro madre. Vado via con rab­bia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedi­zione non siano servite a nulla. Vado via con l’intento di chie­dere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinuncian­do ad essere italiana. Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata. La cronaca parla chiaro, ma oltre alla cronaca ci sono tantissime realtà che non vengono denun­ciate per paura di ritorsione perché, spesso, chi fa ricerca da precario, se denuncia è auto­maticamente espulso dal «siste­ma » indipendentemente dai ri­sultati ottenuti. Chi fa ricerca da precario non può «solo» contare sui risultati che ottie­ne, poiché in Italia la benevo­lenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità del lavoro. Chi fa ricer­ca da precario deve fare i conti con il rinnovo della borsa o del contratto che gli consentirà di mantenersi senza pesare sulla propria famiglia. Non può per­mettersi ricorsi costosi e che molto spesso finiscono nel nul­la. E poi, perché dovrebbe adi­re le vie legali se docenti dichia­rati colpevoli sino all’ultimo grado di giudizio per aver con­dotto concorsi universitari vio­lando le norme non sono mai stati rimossi e hanno continua­to a essere eletti (dai loro colle­ghi!) commissari in nuovi con­corsi? Io, laureata nel 1990 in Medi­cina e Chirurgia all’Università di Pavia, con due specialità, in Pediatria e in Genetica medica, conseguite nella medesima Uni­versità, nel 2004 ho avuto l’onore di pubblicare con pri­mo nome un articolo sul New England Journal of Medicine i risultati della mia scoperta e cioè che alcune forme di linfo­ma maligno possono avere un’origine genetica e che è dun­que possibile ereditare dai geni­tori la predisposizione a svilup­pare questa forma tumorale. Ta­le scoperta è stata fatta oggetto di brevetto poi lasciato decade­re non essendo stato ritenuto abbastanza interessante dalle istituzioni presso cui lavoravo. Di contro, illustri gruppi di ri­cerca stranieri hanno conferma­to la mia tesi che è diventata ora parte integrante dei loro progetti: ma, si sa, nemo profe­ta in Patria. Ottenere questi risultati mi è costato impegno e sacrifici: mettevo i bambini a dormire e di notte tornavo in laboratorio, non c’erano sabati o domeni­che... Lavoravo, come tutti i precari, senza versamenti pen­sionistici, ferie, malattia. Ho avuto contratti di tutti i tipi: borse di studio, co-co-co, con­tratti di consulenza... Come ul­timo un contratto a progetto presso l’Istituto di Genetica me­dica dell’Università di Pavia, fi­nanziato dal Policlinico San Matteo di Pavia. Sia chiaro: nessuno mi impo­neva questi orari. Ero spinta dal mio senso del dovere e dal­la forte motivazione di aiutare chi era ammalato. Nel febbraio 2005 mi sono vista costretta a interrompere la ricerca: mi era stato detto che non avrei avuto un futuro. Ho interrotto una ri­cerca che molti hanno giudica­to promettente, e che avrebbe potuto aggiungere una tessera al puzzle che in tutto il mondo si sta cercando di completare e che potrebbe aiutarci a sconfig­gere il cancro. Desidero evidenziare pro­prio questo: il sistema antimeri­tocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione. Una «buona ricerca» può solo aiuta­re a crescere; per questo moti­vo numerosi Stati europei ed extraeuropei, pur in periodo di profonda crisi economica, han­no ritenuto di aumentare i fi­nanziamenti per la ricerca. È sufficiente, anche in Italia, incrementare gli stanziamenti? Purtroppo no. Se il malcostu­me non verrà interrotto, se chi è colpevole non sarà rimosso, se non si faranno emergere i migliori, gli onesti, dare più soldi avrebbe come unica con­seguenza quella di potenziare le lobby che usano le Universi­tà e gli enti di ricerca come feu­do privato e che così facendo distruggono la ricerca.Con molta amarezza, signor presidente, la saluto.

venerdì 26 giugno 2009

HAWAII - ARCIPELAGO ALTERNATIVO

Abitare alle Hawaii oggi significa vivere nel bel mezzo di uno dei maggiori laboratori al mondo di green lifestyle. Il governo locale presieduto da Linda Lingle si è dato un obiettivo: entro il 2030 il 70% del fabbisogno energetico dello stato dovrà venire da fonti rinnovabili. Energia solare, eolica, geotermica, dalle maree e dalle biomasse: c’è l’imbarazzo della scelta, ma mentre alcune tecnologie richiedono ancora anni di ricerca, altre – come il solare - fanno già parte del lessico quotidiano. Sull’onda di forti incentivi fiscali si moltiplicano i pannelli fotovoltaici sui tetti delle case, ma la svolta definitiva arriverà nel 2010 quando, secondo una proposta di legge al varo del governo, tutte le nuove abitazioni dovranno essere dotate di caldaia solare (che scalda l’acqua sfruttando il calore del sole). Nel 2012 sarà il turno dei trasporti: migliaia di auto elettriche , le cui stazioni di cambio batterie saranno alimentate da energie rinnovabili, invaderanno le isole, grazie a un recente accordo con Better Place , azienda leader mondiale nel settore. Sarà difficile se non impossibile tornare indietro

mercoledì 24 giugno 2009

iUnika Solar – il primo netbook con pannello solare integrato a 130 Euro!!

iUnika Solar è il nuovo netbook che arriva dalla Spagna e che entra nel libro dei record in quanto primo al mondo a utilizzare un pannello integrato per ricaricare le batterie. Per il resto è il classico netbook con una scheda standard, sistema operativo Linux, schermo da 8 pollici a risoluzione 800 x 480 pixel LCD, porta ethernet integratga, wifi e scheda cellulare opzionale. Ha un processore da 400MHz con 128MB RAM e può ospitare fino a 64GB memoria interna. Si chiama iUnika Solar perchè monta i pannelli solari in cima allo schermo LCD e nonostante tutto ha un peso di soli 700 grammi. L’obiettivo dell’azienda spagnola della sostenibilità ambientale del progetto è infine suffragato dal fatto che Gyy (questo il nome del gioiellino) è realizzato in materiale bioplastico. Anche i prezzi sembrano davvero accessibili visto che dovrebbero variare da 130 a 180 euro!! Sarà pure un modello base ma personalmente ci sto facendo un pensierino.

Aziende agricole dalla finestra - dagli Usa le istruzioni per allestire l’orto domestico contro la crisi

La crisi economica ma soprattutto la voglia di mangiare qualcosa di veramente buono hanno spinto gli americani ad inventarsi la coltivazione degli ortaggi nei posti più disparati. L’eroina di queste gesta viene adesso riconosciuta in Michelle la moglie del presidente Obama che con pala e piccone ha estirpato le preziosissime rose della Casa Bianca per sostituirle con ortaggi americani; ma chi non ha la possibilità di possedere terra per allestire un orto tradizionale come può fare, ecco come risolvere il problema. Nel sito specializzato di questi agricoltori da metropoli ci sono tutte le dritte possibili per allestire l’orto sospeso davanti ad una finestra della propria abitazione nel pieno rispetto dell’ambiente e della propria salute, sarà così possibile mangiare pomodori ed insalata coltivati in casa. Fidatevi non è la solita bufalata, da provare

martedì 23 giugno 2009

Wimbledon – poker d’italiani avanti

Al via l’edizione di Wimbledon con ben quattro vittorie di atleti italiani (maschile Seppi, Bolelli e femminile Vinci e Schiavone) è veramente incoraggiante. Ottimo risultato per Seppi che ha sconfitto in tre set James Blake che due settimane fa aveva giocato la finale del Queen's propedeutica per assaggiare la veloce erba inglese.
D’altri tempi l’incontro d’apertura con un Federer detentore del titolo di campione), che ha fatto tutto il riscaldamento con la tenuta d’ordinanza bianca. Nulla ha potuto l’avversario cinese che sicuramente ha fatto del suo meglio prima di desistere ed arrendersi all’asso svizzero.
Insomma una manifestazione storica che speriamo non soffra della mancanza di Nadal.